Anche quest'anno il 26 dicembre 11 giovani terminano il programma.
La Comunità in occasione delle feste più significative accompagna alcuni giovani.
Giovani che diventano per tutti motivo di speranza e di fiducia che la lotta e il coraggio vincono ogni morte!
La loro esperienza testimonia ancora una volta che non è importante solo uscire dalla dipendenza, ma in Comunità si può raggiungere la pienezza di una vita che come un libro da scrivere giorno dopo giorno.
Oggi questi 11 giovani hanno scritto la prima pagina di questo libro infinito.
Tutto questo emerge con semplicità e forza dalla lettera di uno di loro che riportiamo per interno:
"Ciao padre Matteo a pochi giorni dalla fine di questa sentita esperienza ho avuto modo di riflettere fortemente con me stesso, di cosa è stata per me, così ho sentito il bisogno di comunicartelo con questa lettera.
Penso che sono stati tre anni difficili da affrontare, ma che nello stesso tempo hanno avuto anche il loro fascino per quanto mi riguarda.
Non voglio vedere la liberazione dalle sostanze dove ormai ero prigioniero, ma la felicità più grande per me è ringraziarti del tuo insegnamento di come si affronta la vita, che con amore, tenacia e carisma ti sei sempre impegnato per trasmetterlo a tutti noi.
Sentivo un enorme bisogno di tutto questo nel mio animo ma non sapevo dargli un nome e non sapevo dove cercarlo, poi finalmente ho incontrato TE PADRE e tutte le persone che ti circondano in questa vocazione, che come dici te, Dio l’ha voluto e ve l’ha donata.
Vorrei descriverti in modo un po’ originale ma tanto significativo per me, quale atteggiamento penso di aver dovuto prendere in questi anni, anche se delle volte non sono riuscito a fare del mio meglio.
È ora così grande la voglia di cambiare e il desiderio di stare accanto a mio figlio degno di avere un padre diverso che ho accettato la sfida con me stesso.
Parlo di sfida con me stesso perché è proprio lì, dentro di me che c’è sia il bene che il male, dove dovevo e dovrò sempre scegliere.
Credo di dover essere stato un piccolo guerriero della luce in cui la battaglia e la lotta è stata e dovrà continuare ad essere tra me (il guerriero) ed il mio nemico cioè i miei aspetti negativi: l’irresponsabilità, la mia poca libertà, la superficialità, le tentazioni ecc… insomma tutta quell’assenza di valori che costituiscono l’essere umano di una certa dignità.
La luce è stata quel modificare, quel cambiare qualcosa che ti fa ritrovare e conquistare quel benessere interiore che da tempo ormai era stato sommerso dall’insoddisfazione più acuta della mia vita.
La battaglia è stata irta di ostacoli venuti anche dall’esterno, ma la mia scuola di addestramento, cioè LA COMUNITA’, mi ha veramente preparato al peggiore dei nemici. Certo la guerra già so che non finirà mai e vincere una battaglia non può farmi sentire gladiatore cioè presuntuoso.
Per concludere padre Matteo voglio esprimere una convinzione che ho acquisito.
In questi anni passati insieme ho sperimentato che il bene vince il male, ma va anche detto che il male si difende benissimo, perché egli ha la capacità di immedesimarsi in tanti e tanti modi e maniere diverse.
Avendo quindi preso la decisione di andare ad affrontare la vita, andrò via tenendo sempre in mente una tua verità, quella di stare sempre attento e accorto in quello che faccio e scelgo, perché potrà essere solo un mio vantaggio.
Ti voglio bene
P.S. Volevo dirti che sono stato una persona che si è affidata molto a te in questo cammino."
Ritorno alla vita!
Il 26 dicembre 11 giovani terminano il programma!