La prima lettera
LA PRIMA LETTERA di padre MATTEO AI GIOVANI - Trivigliano 13/09/1991:
"Non dimentichiamo l’inizio... A chi cammina con noi.
Carissimi, abbiamo iniziato già da alcuni mesi la nostra esperienza umana, esperienza di accoglienza e di amore.
Accoglienza e amore di noi tutti che ne abbiamo bisogno, e
ancora più bisogno ne ha chi non ne avverte l’esigenza,
perché ogni uomo ha le sue ferite,
e ciascuno è ferito la dove non è stato amato.
Tali ferite si curano solo con grande amore e con la disponibilità a carcarsi, almeno in parte, della sofferenza che tali ferite procurano.
Accoglienza, prima di tutto di te Franco, che al termine del tuo cammino nella Comunità Incontro, mi offristi la tua disponibilità a condividere con me la volontà di accoglienza e di servizio ad ogni giovane disagiato (tossicomani, alcolisti, ecc), che lo avesse voluto.
E tu non avendo più nè mamma nè papà mi chiedesti che ti facessi un po’ da padre; un padre anche esigente, come hai visto in certi momenti, ma che gioisce di ogni tuo cambiamento in direzione di vera umanità, di responsabilità, di capacità a fare sempre più scelte autonome e veramente libere.
Poi venisti tu Danilo, vincesti ancora le mie resistenze ad iniziare quel cammino d’amore: era il 20 febbraio a Casamaina, preparata con sacrificio da altri giovani (Emanuele, Francesca, ecc), in diversi anni.
Quella maturità umana che io desideravo vedere pienamente realizzata in Franco, ora la desideravo anche per te Danilo e dopo di te per ogni altro che veniva accolto in libertà, consapevoli della nostra povertà, ma fiduciosi nella grandezza che l’uomo ha dentro. E così rigermogliava la vita!
La lotta, all’inizio, per ciascuno e per tutti è sempre contro la superficialità e il capriccio, contro la poca fiducia nelle forze che abbiamo dentro per vincere la confusione e l’egoismo.
Ma chi ha già davvero sofferto troppo, e ha pagato molto sulla strada della morte, fatta spesso anche di violenza e di ribellione, e finalmente si arrende e si affida con coraggio – con coraggio! – e con fiducia ai valori proposti (che fanno veri e grandi gli uomini nella loro semplicità): allora costui si è trovato, mano a mano, sempre più sulla strada della vita; sempre più partecipe di un clima vitale, sempre più responsabile e capace di amare, sempre più protagonista nell’affrontare i problemi personali, senza aspettare che siano gli altri a risolverli.
E così imparando a dialogare, a sostenersi a vicenda, rivive l’uomo che è in ognuno di noi, giorno dopo giorno, non importa la fatica e il sacrificio; anzi, senza più paura del sacrificio, perché la voglia di vivere se stesso nelle dimensioni più profonde, nei propri sentimenti, negli affetti, nella realtà del proprio futuro (ricreduto possibile e di nuovo pensato), tale voglia è più forte di ogni paura e sacrificio! E’ l’uomo.
E’ la vita dell’uomo, che il Creatore e Padre ha impresso potente nell’ “Essere” di ciascuno di noi, tanto unici e irripetibili, eppure tanto uguali e bisognosi gli uni degli altri. “IO HO CREATO LA VITA – DICE DIO – E NON VOGLIO LA MORTE” come se dicesse: IO VALGO, IO SONO FELICE CHE VIVI: SE TU, FIGLIO MIO, VIVI SECONDO LA DIGNITA’ CHE TI HO DATO”.
Ora, dopo l’esperienza di questi mesi, durante i quali sono avvenuti altri fatti (l’interessamento delle F.D.C. della Caritas Anagni–Alatri la presenza delle suore del Preziosissimo sangue, ecc), possiamo dire che il nostro cammino di vita, all’interno del cammino di vita più allargato, da protagonisti, si va realizzando, riconoscendosi insieme nel valore universale dell’amore, che è mistero e forza della vita; amore che si fa pienezza oltre il tempo, per chi condivide anche la fede in Cristo:
“AMARE QUALCUNO SIGNIFICA DIRGLI: TU NON MORIRAI!
AMARLO IN CRISTO E’ DARGLI COMPLETA RESURREZIONE”.
Ora, noi, che da alcuni mesi viviamo grazie alla forza dell’amore, decidiamo di impegnarci a viverlo con responsabilità verso chiunque viene a trovarsi da noi.
Coraggio!
A tutti quelli che hanno già sofferto troppo nella vita e che finalmente si aprono con fiducia e con pazienza ai valori proposti, che fanno veri e grandi gli uomini nella loro semplicità.
Allora costoro sempre più sulla strada della vita, sempre più partecipi di un clima vitale, sempre più responsabili e capaci di amare, sempre più protagonisti nell’affrontare i problemi personali, senza aspettare che siano gli altri a risolverli."